Politica

A SIRACUSA NON RISOLVONO MAI PER VIABILITA’ E SPAZZATURA

Alice Politi, da quanti anni manchi da Siracusa?
Il prossimo 7 dicembre saranno 22 anni. Era il 1995 quando mi trasferii a Milano. Per farlo, scelsi inconsapevolmente un giorno dalla grande valenza spirituale: quello dedicato a Sant’Ambrogio, patrono della città.
Cosa ricordi con maggiore affetto e quindi con maggiore nostalgia?
Chi nasce su di un’isola rimane “isolano” per sempre. E sempre, ovunque andrà, si guarderà attorno alla ricerca di quella sensazione di infinito che suscitano il mare e il cielo della Sicilia. Potrei dire che ho nostalgia degli affetti più cari, del cibo, dei colori, della storia, della natura così magnifica e intensa, il che in fondo è vero. Ma se ripenso al primo decennio lontano da Siracusa, ricordo che c’era un elemento onnipresente nei miei sogni: la sua magnifica luce.
Quando ritorni qui in vacanza, cosa ti colpisce: tutto cambiato o tutto come prima?
In apparenza c’è una maggiore vivacità, più stimoli turistici, grande apprezzamento anche a livello nazionale. Nella sostanza, mi sembra che esistano ancora annose questioni irrisolte: viabilità lacunosa, aree trascurate, rifiuti abbandonati e un’inammissibile carenza di mezzi di trasporto pubblici, tanto per fare qualche esempio che salta subito all’occhio.
Diciamo che hai una famiglia creativa. Tuo padre un artista, tuo zio Ettore un giornalista…
Gli stimoli intellettuali non mi sono mancati. Rappresentano un patrimonio prezioso che ho sempre cercato di mettere a frutto nella vita e sul lavoro. È proprio questa eredità culturale e creativa che vorrei trasmettere anche ai miei figli.
È pesante avere un padre come il tuo che resta sempre giovane?
La giovinezza interiore è uno dei motori dell’esistenza. È una garanzia di entusiasmo, intraprendenza, voglia di fare e sana leggerezza a qualunque età. La vera “pesantezza” sta piuttosto nell’ossessiva ricerca di una giovinezza estetica da parte di chi non sa rispettare né valorizzare le diverse stagioni della vita e della propria bellezza.
Con tuo marito Danilo siete una bella coppia, sradicata quaggiù, trapiantata lassù. Non è facile…
La cose che ci hanno aiutato sono state la motivazione e l’affetto. Abbiamo affrontato insieme molte rinunce e nonostante avessimo vent’anni ci siamo impegnati tantissimo per raggiungere i nostri obiettivi, sacrificando spesso la spensieratezza di quell’età. Questo ci ha però permesso di costruire una famiglia adorabile e di ottenere anche qualche piccola soddisfazione professionale.
Segui in qualche modo la politica siracusana? Almeno sui social?
In realtà poco. Mi capita di leggere commenti sulle pagine social dedicate a Siracusa e il più delle volte sono molto critici. Non bastano per farsi un’idea precisa, è vero. Ma, in generale, penso che sarebbe bello poter leggere più spesso note di merito sincere sulla politica siracusana, per voce diretta dei suoi abitanti e non solo.
Lo sai che a Siracusa e provincia abbiamo superato i 100mila disoccupati su 340 mila residenti?
Purtroppo non mi stupisce. Il tema, però, non è semplicemente la disoccupazione legata ai dati ufficiali. Sappiamo bene che esiste anche tantissimo lavoro “in nero” e altrettanta indifferenza a riguardo.
Meglio fare il cameriere ad Amsterdam o farlo a Siracusa?
A Siracusa, ma con lo stipendio e le tutele di Amsterdam.
Ritornerai?
Ci sono aspetti dello stile di vita “nordico” che ho apprezzato sin da subito, altri che ho imparato a stimare nel tempo. Luoghi che hanno un fascino diverso rispetto al Sud, meno “urlato”, ma altrettanto intenso. Anche il rapporto con le persone qui è una conquista lunga, ma solida e sincera. Una parte di me ha inevitabilmente messo radici. Ma da Siracusa, in fondo al cuore, non sono mai andata via.