PER LA PROCURA DI ROMA NON C’ERANO INGERENZE SUL PORTO DI AUGUSTA. VINCIULLO: ORA FACCIAMO TUTTI INSIEME LA BATTAGLIA CONTRO LO SCIPPO DELL’AUTORITA’ PORTUALE DI AUGUSTA
Scrive il presidente della commissione bilancio dell’Ars, Enzo Vinciullo: Come è noto il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha richiesto l’emissione di un Decreto di archiviazione nei confronti di alcuni esponenti siracusani che, precedentemente, erano stati coinvolti in un’indagine relativa a presunte, ora rivelatesi inesistenti, interferenze sulla gestione del Porto Commerciale di Augusta.La conclusione delle indagini, con l’emissione del Decreto di archiviazione, oltre a ridare, evidentemente, serenità a chi lo ha ricevuto, ha anche ripercussioni di carattere politico nella nostra provincia, in quanto, soprattutto a livello di mass media, si era giustificata e si era cercato di sostenere la necessità di trasferire la sede dell’Autorità di Sistema Portuale da Augusta a Catania, proprio per evitare ingerenze esterne ora, ripeto rivelatesi, inesistenti. Cade anche questo velo e, di conseguenza, credo che dobbiamo ritornare a chiedere con maggiore forza e con maggiore determinazione che venga rispettata la Legge e venga data esecuzione alla decisione assunta nel 2013 della Comunità Europea.Alla politica, alla società civile, al mondo imprenditoriale e sindacale chiedo, ancora una volta, di impegnarsi in questa battaglia, che è una battaglia di dignità prima ancora che di riconoscimenti politici.Ho già da tempo depositato, presso la Procura della Repubblica di Siracusa, un esposto per accertare se nelle procedure utilizzate vi siano stati errori, vizi e/o forzature.Spererei che, così come accaduto con l’hotspot che si voleva costruire nel Porto di Augusta, anche in questo caso il Ministero intervenga, ricordando a tutti, e primo fra tutti al Presidente dell’Autorità Portuale di Augusta, che il Decreto di trasferimento della sede a Catania non è stato ancora pubblicato nei modi e nelle forme previste dalla Legge e che, di conseguenza, sarebbe opportuno non applicare Decreti che continuano ad essere sconosciuti alla moltitudine degli italiani, così come ha affermato correttamente il TAR di Catania in una recentissima sentenza.