Politica

PER FAVORE, NON SCHERZIAMO COL LAVORO DEI SIRACUSANI

Nell’ambito delle attività economiche in provincia di Siracusa il ruolo delle partecipate tra pubblico e privato non ha particolare rilevanza economica ma esso stesso è un contenitore importante di occupazione e fonte di reddito per miglia di famiglie. In particolare a Siracusa è particolarmente evidente la vicenda Siracusa Risorse che occupa circa 100 persone, in particolare ex LSU e precari storici che, avendo come unico socio il Libero Consorzio Comunale di Siracusa, si trovano a essere coinvolti nel caos determinato dalla Regione Sicilia a seguito della cancellazione delle Province Regionali. Siracusa Risorse nasce nel 2003, ultima Società partecipata di un ciclo che dal 1998 a seguire ha visto nascere il COSVIS, i GAL, il Consorzio Universitario Archimede, Consorzio ATO idrico (in liquidazione), ATO Siracusa 1 (in liquidazione), Consorzio Plemmirio. C’è da dire che l’unico Ente pubblico ancora in grado di svolgere un ruolo attivo dentro le Società sopra elencate è il Comune di Siracusa che, conformemente a quanto previsto dalle norme di Legge in materia, attraverso l’azione amministrativa dell’Assessore Scrofani, ha sostanzialmente avviato le procedure perché queste partecipate non costituiscano più un costo per le casse comunali, azzerandone i contributi. Ciò significa che, assente la Provincia Regionale e fuori anche il Comune di Siracusa, senza ristorni economici della Regione Sicilia la maggior parte di questi Enti dovrà essere liquidata. Nel frattempo però c’è in piedi tutta la questione inerente salari e stipendi dei dipendenti che se oggi e incandescente perché gli stipendi ritardano di tre o quattro mesi, in futuro potrebbe diventare una situazione esplosiva. C’è da notare pure che i GAL si muovono in controtendenza e riescono anche ad avviare bandi di assunzione come quello del GAL Eloro che, lo scorso mese di maggio, ha riaperto i termini per la presentazione d’istanze per l’Avviso di selezione del personale dell’ufficio di Piano per psrsicilia 2014-2020. E se pur nella compagine sociale non direttamente partecipate dal Comune capoluogo sia lo IAS, Industria Acque Siracusane e l’ASI, Consorzio Sviluppo Industriale navighino in forti difficoltà perché anche in questi casi, la Regione Siciliana ha assunto un ruolo preminente nella governance determinando per l’ASI lo scioglimento e la messa in liquidazione e per l’IAS l’impoverimento delle attività produttive con conseguenze negative per gli occupati. Dulcis in fundo troviamo IGM e SIAM, accomunate dalle ultime decisioni dei Tribunali Amministrativi che rimettono in corso, con motivazioni diverse, le due aziende nella gestione futura dell’Igiene Ambientale e nella Gestione dell’Acqua. L’IGM rientra trionfalmente in gioco sul nuovo appalto di Igiene per effetto di una sentenza del TAR di Catania che lascia fuori sia l’AIMERI sia la TECH, in un primo momento aggiudicatari, per tutta una serie di rilievi che in qualche modo fanno fare una magra figura all’Urega e conseguentemente al Comune. La SIAM che con l’Amministrazione Garozzo era l’affidataria di un servizio provvisorio per la gestione dell’acqua pubblica, in attesa di un bando per nuovi affidamenti che non è stato mai partorito, continua nella provvisorietà in attesa del bando di cui prima. In questa fotografia sulle attività economiche che orbitano attorno al Comune e alla Provincia di Siracusa la sensazione che se ne ricava, sembra essere quella di una grande precarietà nel lavoro promosso dagli Enti Locali rimettendo in discussione un pò tutte le certezze occupazionali del passato. Non credo che questo debba e possa essere il ruolo che deve svolgere la pubblica amministrazione in un territorio che giornalmente deve fare i conti con il lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani. C’è ancora un anno prima della scadenza naturale di quest’Amministrazione Comunale e potrebbe esserci poco tempo per avviare nuove azioni di sviluppo. Sarebbe più grave se il tempo che rimane, considerandolo lungo, fosse utilizzato per fare campagna elettorale e nulla più.                               Enrico Caruso