Politica

ENRICO MENTANA: IL GIORNALISTA NON È UN ALTOPARLANTE

Scrive Enrico Mentana: Mi sono purtroppo reso conto, in seguito ai commenti a un post recente, che c’è gente che concepisce il ruolo del giornalista alla stregua di un altoparlante della stazione: annunci, notizie, nessuna opinione. E anzi con zelo aggressivo mi richiama all’ordine: fai il giornalista, non l’opinionista (avendo probabilmente presente solo il ruolo omonimo degli ospiti dei reality o dei talent). Questo significa alcune cose spiacevoli: che costoro non hanno mai letto un giornale, che non hanno mai visto un programma giornalistico in tv, che non hanno mai letto questa pagina Facebook. Credono, non informandosi, che l’informazione sia quelle due-tre righe che scorrono sui siti. “Fai il giornalista, non l’opinionista”: e non sanno che tutti i grandi giornalisti della nostra storia, i Montanelli, i Bocca, i Biagi, le Fallaci, fino modestamente a chi esercita oggi la professione, queste due cose hanno sempre coniugato, i fatti e le opinioni. I reportage, i commenti, le inchieste, le risposte ai lettori, i corsivi, le interviste più notevoli sono il risultato del felice innesto tra fatti e opinioni. Quando Giorgio Bocca ebbe una rubrica sul Giorno la chiamò “Fatti Nostri”. Quando Enzo Biagi ebbe una trasmissione quotidiana in tv la chiamò il Fatto. Quando Montanelli fondò il suo quotidiano lo chiamò il Giornale: eppure sono stati dei grandissimi commentatori, persone che facevano opinione. Quando Lamberto Sechi volle lanciare un settimanale di grande attualità, Panorama, usò lo slogan “i fatti separati dalle opinioni”. E quella resta la sostanza: dare le notizie, e commentarle, tenendo le due cose ben divise. Anche se ci sarà sempre l’analfabeta funzionale che se ne stupirà, e lancerà l’aut aut (credendo che sia un anti-zanzare): o fai il giornalista o fai l’opinionista, avendo in mente per il secondo ruolo il suo intellettuale di riferimento, il tronista di Uomini e Donne.

Enrico Mentana