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FAI: AMMINISTRAZIONE MEGALOMANE, MOLTO PEGGIO DELLA VECCHIA DC

Il mio ragionamento è semplicissimo. Ortigia è uno dei pochi centri storici che, a differenza degli altri “centri” delle altre città storiche italiane, anziché connotare urbanisticamente il “centro” geografico, topologico della città, è un’area “terminale”, parte stretta di un “imbuto”. La fascinazione del salotto della città è tale che in questo ultimo decennio Ortigia è diventata, naturaliter, il centro attrattivo di cittadini, turisti ed anche di emersione di logiche di “rendita” urbana: basti vedere i prezzi alle stelle delle case in vendita o le opportunità che offre l’apertura di una attività commerciale – certamente, per effetto di dinamiche oggettive e di tendenza del “luogo”. Una amministrazione che si rispetti, intelligente, che sa governare, non solo <amministrare l’esistente> – e i due aspetti riguardano concetti complementari: il primo (la politica, “governare”) è più elevato del mero “amministrare” –, dovrebbe cogliere tali dinamiche e avere la capacità di uno sguardo sistemico, panoramico sulla città. Non ridurre Siracusa ad un “Monolocale” (solo Ortigia). Dal momento che l’accresciuto fenomeno di visibilità, godibilità, appetibilità del “salottino” è venuto assumendo in questi 4-5 anni la densità di un luogo iperfrequentato – a prescindere se si svolge dentro Ortigia una manifestazione di danza del ventre (o della ventresca), o una serata Jazz (di alto profilo), o una gara di auto d’epoca ecc.. –, chi governa Siracusa dovrebbe porsi problemi di “riequilibrio” territoriale. Di non conficcare TUTTI GLI EVENTI o manifestazioni dentro Ortigia – compresa la giostra o l’autoscontro (non è accaduto così appena due anni fa?). Tralascio le ragioni, comprese quelle di una atavica e criticabilissima fissazione dei cittadini di volersi imbucare con le loro auto dentro il centro storico, per trascorrere lì la serata, che rendono ulteriormente congestionata il centro della città. Ma il rischio di un sopraffollamento – quasi “blocco” viario di Ortigia – investe anche le vie in uscita “dall’isola” (e dei loro residenti), se in modo pervasivo e continuo la tendenza a convogliare ogni evento, iniziativa, esibizione in Ortigia diventa patologica. Da due anni a questa parte un ampio gruppo di cittadini e professionisti – ed anche di commercianti (trattorie, bar, ecc..) –, anche alla luce del carattere dirompente, impetuoso ma anche “anarchico che si è riversato su Ortigia per via dell’espansione turistica travolgente (senza voler disdegnare la ricaduta di “produttività” che il fenomeno ha avuto anche dal punto di vista del PIL – in un decennio di forte crisi economica) ha posto (sulla stampa e nei social) all’attenzione di una Giunta molto distratta e presuntuosa questo tema: <quale destino strategico di Ortigia?> e <come riequilibrare la dimensione urbana di Siracusa?>. Un’amministrazione intelligente – direi quasi: “renziana per davvero” – avrebbe raccolto la sfida, indetto un momento pubblico aperto, trasparente, portato le sue riflessioni e i suoi propositi, e accolto o ridimensionato le idee o le critiche in discussione. In altri tempi <pre-rottamatori>, la “vecchia” DC avrebbe senz’altro accolto e corrisposto alle domande che da tempo salgono da ambiti diffusi della città, ma notiamo che questa Amministrazione è talmente megalomane da non accorgersi che con questa sua pervicace presunzione di saperla meglio degli altri non potrà trovare quel consenso che, da tempo, è già magro e povero di suo.

Roberto Fai

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