CARO ITALIA, PER FARE IL SINDACO LA POESIA NON BASTA
“È mio.
Un quadratino di mondo, familiare.
Non so se l’hai visto.
L’ho trovato per caso, per me, tra i contorni delle case di fronte e i bordi della finestra.
Una porzione di cielo, gabbiani e lune di passaggio.
Da lì fotografo questa mia periodica voglia di finire al tappeto, la combatto, la proteggo.
Da lì mischio le carte giocando a confondere mio e tuo, dentro e fuori, prima e dopo, giorno e notte.
Mentre ti vedo andare via e tornare per sempre”.
E’ una poesia di Francesco Italia, vicesindaco di Siracusa, in corsa per candidarsi alla sindacatura di questa città. Le poesia va bene, ma per amministrare e/o candidarsi all’amministrazione di una città come Siracusa ci vuole anche la prosa. Una prosa che va arricchita di informazioni sulla storia amministrativa di Siracusa unita ad una buona dose di umiltà e di presa di coscienza della propria ignoranza in materia. Insomma, Italia per candidarsi deve mettersi a lavorare. Deve studiare, anche di notte, visto che è indietro nelle conoscenze e magari deve dimenticare la sua attuale esperienza, come minimo disastrosa.