Politica

IMMIGRATI ARROGANTI E PESCI VELENOSI

Uno dei fenomeni epocali di questo nostro periodo storico è certamente l’incontenibile invasione di extracomunitari in Europa. Le cronache  raccontano di un paradosso di immigrati (e la televisione vi ha dedicato un servizio) che  risiedono in un paesino italiano di circa 300 abitanti. Gli immigrati, giorno dopo   giorno, sono aumentati di numero tanto da superare l’anagrafe paesana. I residenti naturali sono diventati una minoranza e, intervistati dalla TV, hanno denunciato  che ora i padroni del piccolo Comune sono gli immigrati che sfoggiano anche  atteggiamenti di soperchierie.

Da qualche anno, poi, un’altra avvisaglia di trasmigrazione arriva dal mare. Le  cronache hanno denunziato la presenza di pesci tropicali che, dal Mar Rosso, sono   entrati nel Mediterraneo.

Il guaio è che si tratta di pesci velenosi, uno dei quali è stato avvistato nelle acque  di Vendicari, e cioè davanti casa nostra. Si tratta del famigerato “pesce scorpione”, una specie di scorfano tutto aculei, predatore molto aggressivo nei confronti dei pesci stanziali.

C’è di peggio: perché questo mostro è letale anche per l’uomo. Le sue spine  emettono infatti un veleno che rimane attivo anche dopo due giorni dalla morte  del pesce.

La denuncia, ampiamente motivata, parte dall’ISPRA, dal CNR, e dalla American University di Beirut, secondo cui tutto dipende dai mutamenti climatici, dal riscaldamento del Mediterraneo, e questo induce i pesci tropicali ad invadere i nostri mari.

Si tratta di meduse che aggrediscono le nostre spiagge, di granchi alieni, di  tartarughe, ma anche di specie vegetali che colonizzano il fondo marino, ed infine   del velenoso “pesce scorpione” che, stando a quanto reso noto, con la sua puntura causa nell’uomo ecchimosi, eritemi, vesciche nel migliore dei casi. Perché è stata assodato che causa anche mal di testa, vomito, crampi, difficoltà respiratorie. E perfino paralisi, a seconda del grado di avvelenamento.

Inoltre la sua voracità è tale da aggredire e decimare molte specie di pesci  stanziali, diventando una minaccia permanente per l’ecosistema del nostro mare.

Le notizie pubblicate dall’ISPRA parlano di un Mediterraneo invaso da barracuda oceanici, pesci luna, marlin, pesci balestra, gamberi della Louisiana, pesci palla maculati dal pericoloso morso (avvistato anche a Lampedusa).

E ancora: l’alga tossica che ultimamente in Puglia ha intossicato diversi bagnanti. E sempre l’ISPRA ha presentato a Roma i dati relativi a 186 specie alloctone lungo le nostre  coste.

E dire che un regolamento dell’Unione Europea impone di attuare rigide norme  per prevenire l’introduzione di “specie esotiche invasive”, procedendo alla rimozione delle specie negative con un attento controllo. Da sottolineare la nefasta opera di diffusione da ogni provenienza di specie aliene da parte della gestione  delle acque di zavorra delle navi nel Mediterraneo, come dire il lavaggio dei  serbatoi  che troppe navi di grande tonnellaggio, inquinando, praticano al largo  delle nostre coste.

L’Unione internazionale per la conservazione della Natura, formata da 200 esperti  di 40 Paesi, ha manifestato “forte preoccupazione” per quella che è una minaccia epocale per l’ecosistema marino.

Ma all’origine bisogna fare un pensierino al cosiddetto “progresso”. E cioè ai detersivi, ai fumi ammorbanti delle ciminiere delle fabbriche (e nel siracusano ne   sappiamo qualche cosa), agli scarichi a mare delle acque inquinate, ai pesticidi indiscriminatamente sparsi su verdure e piante, agli anticrittogamici che finiscono fin sulle nostre tavole con gli alimenti…

Insomma, all’origine chi c’è? C’è sempre lui: l’uomo. Quello stesso che lamenta la  sporcizia delle nostre strade, che accusa le inadempienze degli altri, ma che   sistematicamente disperde i rifiuti per le strade incurante delle regole. All’origine   c’è sempre lui: homo homini lupus.