LE SCENEGGIATE DEL SUPERPAGATO GILETTI (800MILA EURO L’ANNO)
Scrive Giuseppe Sottile sul Foglio: La libertà di stampa e l’articolo 21 della Costituzione assegnano nobiltà anche alle sceneggiate messe in onda ogni domenica dalla rete ammiraglia della Rai. Ma tra le pieghe della cartapesta televisiva resta impigliato un interrogativo. Giletti poteva – o forse doveva, chissà – rivolgere al fornaio, interrogato solo sulle peripezie relative alla pensione, una ulteriore domanda. Questa: a quanto ammonta il salario di un fornaio che si alza all’una di notte e lavora undici ore al giorno?
La domanda, come sa bene il fedelissimo pubblico dell’Arena, non è stata fatta. Perché altrimenti Giletti avrebbe dovuto mettere a confronto i quindici mila euro l’anno guadagnati a fatica da Mauro Guidi con gli ottocentomila euro che lui, il bravissimo conduttore Massimo Giletti, incassa nello stesso periodo da mamma Rai: la formica e il pachiderma. Il confronto sarebbe stato a dir poco sgradevole. Non tanto per le cifre: in una società libera ciascuno è libero di guadagnare ciò che merita. Ma perché quel raffronto avrebbe di colpo rivelato a tutti, ospiti e telespettatori, di quali inganni e di quali mistificazioni è fatta la crociata dell’anticasta. Si chiamino Emiliano o Giletti, i pupari della revolucion sono proprio quelli che già godono abbondantemente di agiatezze e privilegi, di riverenze e genuflessioni. Quelli dell’intoccabile casta bramina. Che, come ci insegnavano a scuola, è poi un ordine sacerdotale chiamato, ogni domenica, a celebrare per noi il taumaturgico rito della Purificazione.