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LA SCISSIONE DEL PD E’ UN MOMENTO DI CRESCITA

Ci sono almeno due modi diversi per inquadrare la nascita di un nuovo soggetto politico nell’ambito del centrosinistra, quello presentato nei giorni scorsi con il nome di Movimento democratici e progressisti: come l’ennesima scissione tra i discendenti del Partito comunista italiano, per decenni il più imponente partito di sinistra d’Occidente; o come il parziale fallimento di un percorso iniziato 10 anni fa e che puntava a fondere le due grandi famiglie politiche nate nel secondo dopoguerra nel segno del riformismo sociale.

I prossimi mesi (o forse anni) ci aiuteranno a interpretare meglio la crisi che in questi giorni sta attraversando il Pd, ma sbaglia chi vede nella nascita della nuova formazione politica solo un fatto negativo per il centrosinistra. Personalmente la considero un elemento di novità – e forse anche di chiarezza – che può richiamare l’attenzione di una fascia di simpatizzanti o di ex militanti di sinistra i quali, anche in ambito locale, da tempo si tengono ai margini della politica o se ne sono allontanati in anni più recenti perché insoddisfatti delle scelte di governo compiute ad ogni livello. Le principali responsabilità di questo stato di cose ricadono proprio nel Pd, un partito capace solo discutere senza approdare a decisioni, forse a causa dell’estrazione salottiera dei suoi principali esponenti.

L’entità della scissione a Siracusa e in provincia non si conosce ancora e i giornali ci dicono che la cosiddetta corrente bersaniana del Pd locale non approderà in toto in Mdp. L’unica certezza viene dall’onorevole Pippo Zappulla, il solo finora ad avere dichiarato pubblicamente la sua decisione di aderire al nuovo movimento. Ma se le ragioni di questa scelta sono comprensibili rispetto alle questioni nazionali, assolutamente oscure lo sono in rapporto alle problematiche che riguardano Siracusa e la provincia.

Mi auguro che l’onorevole Zappulla faccia presto chiarezza. Mi aspetto in tempi brevi un incontro pubblico nel quale possa esplicitare le motivazioni ma, soprattutto, si possa parlare di programmi e di contenuti per un territorio in piena crisi. Potrebbe essere il segnale che molti aspettano per riprendere l’impegno abbandonato o per riportare nel centrosinistra una fetta di elettorato che altrimenti sarà del tutto perduto.
Elio Di Lorenzo