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SALVO SORBELLO: NEL 1996 IO VOTAI PER CAMILLERI, MA LUI NON VINSE IL SUPERPREMIO VITTORINI

Molti non lo sanno o non lo ricordano, ma il maestro Andrea Camilleri, il più straordinario fenomeno editoriale italiano di fine ‘900, fu uno dei vincitori del primo premio Vittorini, istituito a Siracusa nel 1996, su intuizione di Arnaldo Lombardi e patrocinato dalla Provincia regionale aretusea, durante la presidenza di Mario Cavallaro.

Nel 1996 Camilleri aveva allora già compiuto 71 anni ma era uno scrittore praticamente sconosciuto e faticava addirittura a pubblicare le sue opere. Partecipò con il suo “Birraio di Preston”, edito dalla palermitana Sellerio, ma non vinse appunto il Superpremio Vittorini, che andò invece a “Ritratto veneziano” di Gustaw Herling, affermato giornalista e scrittore ebreo di origine polacca, da decenni residente in Italia, dove aveva sposato Lidia, la più giovane delle figlie di Benedetto Croce.

Il Superpremio era attribuito da una giuria popolare, composta da cento operatori culturali (docenti, giornalisti), ai quali venivano inviati i libri, con l’impegno di esprimere un voto segreto. Anch’io facevo parte della giuria e devo confessare che votai proprio per il libro di Camilleri, che mi colpì per la prosa, estremamente scorrevole e divertente, con l’utilizzo di termini dialettali che poi sarebbero divenuti popolari in tutto il mondo e per la descrizione di una realtà siciliana, Vigata, dove, secondo il romanzo, doveva essere rappresentata l’opera lirica “Il birraio di Preston”, di Luigi Ricci.

Vinse il più rinomato Herling ma Camilleri si prese poi tante, straordinarie rivincite, anche nel nostro teatro greco, dove si svolgeva ogni anno la cerimonia di premiazione del Vittorini (peccato avere sospeso questo straordinario appuntamento culturale, che era riuscito ad affermarsi a livello nazionale) e dove lo scrittore agrigentino lo scorso anno dedicò a Tiresia un monologo che resterà nella storia.

Salvo Sorbello