Politica

JOSE MANTINEO: A SIRACUSA NON C’E’ STATA LA LOTTA ALLA SPAZZATURA, MA LA CACCIA ALL’IGM

Jose Mantineo, Frassica direbbe che il Siracusa è stato retrocesso dalla serie C alla pallavolo

Mi dispiace contraddire il mio illustre concittadino (siamo entrambi di Scasazza, lui di sotto io di sopra), ma questa non può dirsi una vera e propria retrocessione. A parte che la madre di tutti i declassamenti siracusani è quella del 31 maggio 1953 – Siracusa vs Piombino 0 a 0, e azzurri in C per la miseria di 1 punto dopo sette straordinari anni di cadetteria! –, la recente défaillance va lessicalmente derubricata in una forbice compresa tra Colpo di sacco annunciato e Spunnapicciotti ca’ sinnaddunava macari ‘mpicciriddu ‘i ru’ anni.

A parte gli scherzi, quello del Siracusa è un trauma. Stamattina sentivo Contestabile che diceva come lui avesse sgamato da tempo Alì e gli adraniti

Putenza di lu gibbiuni! (mi scappa da dire), computando nel celebre aforisma, non a caso di radice ennese, la locuzione ‘Senno di poi’ tanto cara a Italo Svevo. Posso solo aggiungere che a giugno 2018, quando si profilava l’avvento del Barnum troinese, indicai a quei sostenitori azzurri che richiedevano bontà loro il mio parere sulla faccenda, miracoli, vita e morte del Siracusa 18/19. Preconizzazione? Divinazione? Majarìa? Naaaaa, solo un pizzico di sana riflessione e qualche traccia di buon senso.

Perché tutti i bandi che fa il Comune di Siracusa vengono bocciati? Allora fanno bene ad evitare i bandi ed affidare servizi, immobili e altro con protocolli d’intesa?

Risultati alla mano, con un alato giro di parole si potrebbe sostenere che le meningi di chi appronta i bandi nunnivonu mancu ‘i calata e co’ ventu a favuri, al punto che non gli affideresti neanche la stesura della lista della spesa col timore che possa scambiare il Viakal col Viagra, per dire. Ergo, o si rimandano a scuola – anche serale – estensori, compilatori e redattori vari oppure si dia spazio a tutti i protocolli e a tutte le intese possibili.

“Credo a Italgarozzo quando dice di voler essere il cambiamento, quando afferma che lui non c’entra col bar al Maniace, quando giura che non ha perso mai finanziamenti, quando dice che spenderà 40 milioni nelle periferie, quando sostiene che non è vero che deve risarcimenti all’Igm, quando giura che lui non farà mai campagna acquisti in Consiglio comunale etc etc etc. Ci credo perché se non fosse vero Italgarozzo sarebbe un bugiardo spudorato. E può un bugiardo spudorato essere sindaco di Siracusa? Certo che no”. Che ne pensi di questo post che ho scritto?

Che tu, caro Salvo, resti il miglior paraculo che sia mai nato tra la Raziedda e il Cretazzo. E chiedo scusa per la parola Cretazzo.

Ma i giornalisti siracusani di che razza sono?

Questa è la classica domanda delle cento pistole, anzi cinquanta, vabbè cosa tua facciamo venticinque – ma ora che ci penso, non ci sono più le belle pistole di una volta, adesso ci sono gli euri, quindi non so o non voglio rispondere.

Gli Ultras hanno ripulito il cimitero di Siracusa che era diventato una latrina. Lo hanno fatto senza nessuna pubblicità. Qual è il messaggio?

Solito discorso stravecchio tra il dire e il fare. Nel caso in specie gli ultras azzurri si sono fatti carico senza strombazzamenti né proclami di un’operazione sociale assolutamente encomiabile, che nel loro linguaggio potrebbe essere sintetizzata all’ingrosso così: chi vale vola, chi non vola è un vile.

I 30-40enni in Consiglio comunale non hanno cambiato la musica. La politica locale è sempre peggio

Qui dovremmo discettare di mere questioni generazionali, di come le potenziali capacità intellettuali, scientifiche, umanistiche, umanitarie delle nuove leve della società – che la vulgata dominante etichetta come bamboccioni – siano state sterminate nella culla dalla furia yuppista degli anni ’80 e ‘90 del secolo scorso, che a sua volta era il frutto avvelenato di un allineamento reazionario sotteso tra Thatcher e Reagan, sotto lo sguardo-guida del pastore Wojtyla. E dovremmo pure dire di come, con il crollo dei muri e delle ideologie, crollassero pure le idee, il pensiero e altre cosucce tipo il rispetto, l’educazione, il senso degli altri. Di tutto questo, qualcosa nel frattempo è stata ricostruita (i muri), mentre qualcos’altro ha subito una mutazione (prima era ‘il senso degli altri’, ora ‘gli altri mi fanno senso’). Ma non è il caso di farla tanto lunga. Dico soltanto che la politica è un cane (ma anche gatto, se lo si preferisce) che si mangia la coda, per cui non solo è vero che ogni società ha la politica che si merita, ma è altrettanto vero che ogni politica ha la società che ne consegue, 30/40enni compresi nel prezzo.

Siracusa ha sei deputati grillini, praticamente ininfluenti. Direi di peggio, ma spero sempre che si mettano a studiare anche se dovrebbero fare una full immersion bestiale e non è detto..

Assistere alla progressiva erosione del movimento di Grillo e Casaleggio (che tanto, sempre loro comandano) mi crea un qual certo disagio, perché, al netto di un’impreparazione complessiva fiutata già a suo tempo come sesquipedale, negli occhi di molti degli attivisti che conosco mi è capitato di vedere brillare il sacro fuoco della voglia di fare, e fare bene. Ma il mare dell’inadeguatezza è ben altra cosa rispetto a uno Stretto di Messina che puoi superare con una folcloristica esibizione natatoria. Pertanto, parlando di Vermexio, credo che il contributo al governo della città da parte dei Cinquestelle alla fine della fiera non risulterà certo indimenticabile.

Nei comuni della provincia raccolgono la spazzatura anche la domenica. A Siracusa ormai da quasi 6 anni siamo seppelliti dalla monnezza. C’è chi rivuole indietro l’Igm…

Beh, il ‘Lotta dura alla spazzatura’ risuonato a gran voce già nel 2013 nei corridoi del comune aretuseo, in realtà sottintendeva una lotta senza quartiere (nell’accezione più vera) all’Igm, che ora però ritorna in ballo per la nota sentenza fresca di stagione del Tar, con cui si spariglia il gioco e si rilanciano le attese del Gruppo Quercioli. Storia infinita, in cui si è soliti soffermarsi sulla nomina dell’impresa appaltatrice e non sul protocollo che ne dovrebbe saldamente vincolare obiettivi e impegni. E’ un modo se vogliamo alquanto gossiparo di programmare servizi così fondamentali per la cittadinanza.

I siracusani parlano, parlano, parlano. Ma al bar o dal barbiere. Quando votano fanno scelte di merda e quando vedono un tizio seduto in poltrona, sono lì pronti a raccattare a muddica

Si chiama ‘siracusanitudine’, cosa assai diversa dalla ‘siracusanità’. E non aggiungo altro.