Politica

A SIRACUSA CALANO I CATANESI. SINDACO E CONSIGLIO COMUNALE DELEGITTIMATI

E no! Non va bene così. Capisco che siamo in tempo di passione ma qualcuno, per non fare nomi il Governatore Musumeci, si sta divertendo a tirare sassi sulla bistrattata Siracusa con la conseguenza che nessuno dalle nostre parti si sente quantomeno infastidito da questo tiro al bersaglio. La novità, se così la vogliamo chiamare, è che il Nuovo Ospedale non si farà più alla Pizzuta ma in altra sede che indicherà il Consiglio Comunale, dopo che a Catania avranno deciso come, dove, quando e con chi farlo. Come avverrà questo momento decisorio del nostro Consiglio Comunale è ancora tutto da scoprire. Sarà una proposta del Sindaco Francesco Italia? Sarà una proposta dell’Assessore ai lavori pubblici Coppa? Sarà l’Assessore Regionale alla Salute avv. Ruggero Razza, fautore della novità, a proporre al Consiglio Siracusano un ordine del giorno in tal senso? Vuoi vedere che la tesi di chi sostiene che a Giugno, dopo l’esito della verifica sulle elezioni amministrative brogliate, il TAR di Catania deciderà per lo scioglimento del Consiglio Comunale, l’azzeramento della Giunta e la rimozione dall’incarico del Sindaco, con conseguente nomina da parte della Regione di un Commissario che formalizzerà l’avvio di nuove elezioni. Sostanzialmente, si sta acclarando uno stato di fatto che delegittima il ruolo politico di chi sta amministrando la città e dalla Regione si decide in nome  e per conto dei siracusani. Gli esempi per dire ciò sono tanti, iniziando dall’Autorità Portuale di Augusta che, al di là della formalità di essere tornata come sede nella città megarese, nei fatti è sempre la longa mano dei Catanesi che mantengono traffici mercantili e potere decisionale d’indirizzo sui porti ricadenti nell’ambito dell’Autorità Augustana, da Pozzallo a Siracusa, passando pienamente dalle movimentazioni commerciali di Augusta, in particolare nell’Area di Punta Cugno. Il mancato decollo dell’Autoporto di Siracusa nei pressi dello svincolo autostradale di Melilli, oltre ad una gestione politica fatta d’incapaci, va letto anche come una continuità del mancato sviluppo della logistica merci in quel di Augusta. Mettendoci dentro anche l’annosa vicenda della Camera di Commercio che si è conclusa, per adesso, con l’inclusione in quella di Catania e la Presidenza di Pietro Agen, dopo circa un annetto da questo passaggio guarda caso la Società di Gestione dell’Aeroporto di Catania, nato per volere della allora Provincia di Siracusa e della sua CCIAA insieme a quella di Ragusa e con una piccola partecipazione dei Catanesi, mette in vendita tutto per privatizzare perché privato si dice sia più bello. Più bello un paio di ciuffoli! Intanto i fatti dicono che Catania a Siracusa non ha portato mai nulla di buono e anzi, quando dalle nostre parti non ci sono soldi da fare, vedi ad esempio la vicenda Università miseramente fallita con un Consorzio che in pratica gestisce nulla potendo contare sulla sola facoltà di Architettura che ci auguriamo, possa sempre essere sostenuta economicamente da Siracusa, altrimenti ce la tolgono. Sulla vicenda del Nuovo Ospedale, in occasione del primo summit catanese con la presenza del nostro beneamato Sindaco Francesco Italia che approvava le conclusioni del Governatore Musumeci, mi sono già espresso non condividendo l’”accordo” sul costruire alla Pizzuta con un progetto di viabilità nuova da realizzare che, neanche a Milano si sarebbero sognati di fare. Il ripensamento sull’area individuata dal nostro Consiglio Comunale da parte di colei che mette i soldi per costruire, cioè la Regione, fa sentire un pò di puzza di bruciato. Chi è che è stato illuminato sulla via di Damasco: Il nostro Sindaco? Il Presidente Musumeci? L’Assessore Razza? Per adesso sono pochi quelli che protestano  e non tanto in difesa della scelta dell’Ospedale alla Pizzuta, quanto sulla possibilità che si stiano ricreando le condizioni per cui i catanesi, ancora una volta, dimostrano di volere essere protagonisti interessati dei destini della nostra città. Per altro, ogni ritardo nella costruzione, continua a foraggiare la Rete Ospedaliera catanese alla quale i siracusani ci rivolgiamo quotidianamente per farci assistere e curare, consapevoli noi che, così facendo impoveriamo sempre di più l’unica cosa che abbiamo: l’Ospedale Umberto I e i suoi medici. Siamo proprio perduti.

Enrico Caruso