Politica

SALVO SALERNO: CHE C’ENTRANO SINDACO E/O SOPRINTENDENTE COL CONSIGLIO DEL PARCO?

Parco archeologico di Siracusa e Sistema dei parchi archeologici siciliani. Le cose che non si dicono …

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Ma veramente si crede che la controversia sia tra i paladini del parco e coloro che non lo vogliono..?
Si vuole il Parco oppure .. l’Ente Parco ..?
E’ molto facile, sapete, con gli slogan, istituire e tagliare il nastro augurale del Parco Archeologico, ma molto complicato sarà gestirlo. A meno che non si voglia appaltarlo a qualcuno.
Abbiamo visto in opera, in Ortigia, la capacità di rispetto e di tutela, di questa amministrazione comunale e della precedente. Se questo è il biglietto da visita, non credo che faremo il bene del Parco, se lo affidassimo allo stesso modello amministrativo.

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Ma nessuna delle due parti, con le rispettive posizioni, farà il bene del parco archeologico di Siracusa, questo mi pare il primo risultato.
Andiamo per ordine.
Nel progetto della Legge “Granata“, adottato e peggiorato dal ddl Tusa, non esiste un “Ente” Parco, ma solo un organismo senza personalità giuridica, con un consiglio d’amministrazione che “mette dentro” il Sindaco ed il Soprintendente.
Ebbene, non si comprende cosa ci faccia il sindaco nell’organo gestionale di un parco archeologico, che appunto non è stato elevato ad “Ente”, neppure consortile, quindi non potrebbe rappresentare altre “Entità giuridiche”, a meno che non sia una semplice conferenza di servizio permanente … (ma allora, che bisogno c’era di usare lo strumento specifico e impegnativo del consiglio d’amministrazione..?). Peraltro l’inserimento del sindaco in un organo di gestione che può approvare progetti edilizi nel parco, poi aprirebbe una questione di lesione dell’imparzialità del Sindaco quale autorità edilizia-urbanistica, chiamato per il suo ruolo a garantire la relativa vigilanza, nonché la coerenza con gli strumenti di pianificazione urbanistica e, in ultimo, dare o negare i relativi permessi. Proprio quelli che, da consigliere d’amministrazione egli stesso ha richiesto e sollecitato: trattasi di sdoppiamento del ruolo e evidente conflitto di interessi.
Allo stesso modo si pone un grave problema di conflitto di competenze anche per il Soprintendente, poiché il suo ruolo istituzionale è quello della vigilanza e tutela, la cui autonomia istituzionale e imparzialità deve essere garantita. Ma non lo sarebbe se il Soprintendente partecipasse alle decisioni del consiglio d’amministrazione. Nel progetto Granata-Tusa, infatti, è stato previsto che, per gli interventi da eseguire all’interno del parco da parte del parco stesso, il parere espresso dal Consiglio, ivi presente il Soprintendente, sostituisce i pareri istituzionali del Soprintendente medesimo in materia di tutela storica e paesaggistica. Il che significa bloccare le prerogative istituzionali del Soprintendente e poter deliberare nel territorio del Parco, qualunque schifezza, procurandosi a monte il parere favorevole del Soprintendente, anche semplicemente con una votazione a maggioranza degli altri componenti, contro il suo eventuale no.
E non è finita perchè il progetto Granata-Tusa prevede anche l’affidamento in concessione di singoli “progetti di valorizzazione” (il solito chiosco bar, ad esempio) ad enti, istituzioni, associazioni, imprese private … In pratica così facendo, si spiana la strada agli affidamenti diretti, eludendosi le più severe norme sulla par condicio e la concorsualità. Cose già molte volte viste, a Siracusa…
Vi invito a guardare i frame allegati …
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Dall’altra parte della barricata, per quelle poche indiscrezioni che si leggono dalla stampa, si oppone un diverso progetto che mira a attribuire l’autonomia finanziaria ai parchi, ma nell’ambito dei poli museali esistenti, mentre la tutela è già assicurata dal Piano Paesaggistico.

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Nell’attesa di capirne di più, di questa posizione, vorrei ribadire quanto ho già pubblicato sulla stampa, un mese fa.
Se si vuole una gestione diretta del Parco e non si ha la forza di istituire un vero Ente, l’unica strada è quella che la Regione, applichi direttamente il Codice dei Beni Culturali in questo procedimento istitutivo dei parchi archeologici siciliani, a partire da quello di Siracusa.
L’assessore può istituire con semplice decreto tutti i parchi che vuole, purché con istruttoria definita. Ma, attenzione, il decreto va fatto ai sensi dell’art. 115 del Codice e non ai sensi del progetto “Granata-Tusa”.
Trattasi della più semplice ed immediata gestione diretta, quella fatta da dirigenti esperti e competenti della Regione. Ed il Parco può partire subito…
In tal modo potrà prevedere sia il regolamento degli usi e divieti, sia il direttore, sia l’organo collegiale (solo il comitato tecnico-scientifico), purchè senza il sindaco e il soprintendente, Comitato tecnico-scientifico che piuttosto andrebbe composto da esperti della materia, da rappresentanti delle Associazioni di tutela maggiormente rappresentative, nonché da rappresentanti delle Organizzazioni imprenditoriali.
I legittimi interessi del Comune sul cui territorio sorge il Parco possono essere garantiti in un Protocollo di Intesa, come tanti già se ne fanno, tra Regione e Comune. Contestualmente appare necessario altresì procedere alla ridefinizione dell’assetto burocratico del Dipartimento dei Beni Culturali prevedendo le nuove postazioni dei direttori dei Parchi nonché i relativi uffici composti di figure dirigenziali e funzionariali.

Salvo Salerno