Politica

INTERVISTA ESCLUSIVA// PARLA MARIARITA SGARLATA: IO AMO L’INDA, SONO OTTIMISTA PER IL PARCO ARCHEOLOGICO E PER IL TEATRO COMUNALE COME ENTE AUTONOMO

Mariarita Sgarlata prima assessore regionale, poi consigliere del ministro ai beni culturali, oggi consigliere delegato della Fondazione Inda. Un ritorno a Siracusa in grande stile

Veramente sono rimasta sempre qui! Scherzo, ovviamente. Ma Siracusa è la città dove sono nata e risiedo, anche se il lavoro  e gli incarichi mi hanno sempre resa “pendolare”.  Come cittadini abbiamo l’eredità pesante del nostro passato che a volte più che essere una risorsa rischia di diventare un vero e proprio macigno. In Sicilia le contraddizioni si fanno più stridenti che altrove, nella tradizione di una terra di contrasti e convivenze talvolta assai complesse. I Siracusani crescono a pane e teatro greco: assistere per la prima volta ad un dramma antico nella cornice irripetibile del teatro di Siracusa è un vero e proprio rito di iniziazione per i bambini della nostra città. È così da oltre un secolo ed io non faccio eccezione: l’amore viscerale che condivido con i miei concittadini per questa forma d’arte che annualmente Siracusa ripropone agli occhi del mondo non può che essere un valore aggiunto.

Da siracusana sai bene che altri siracusani non hanno gradito la tua nomina all’Inda. A loro cosa dici?

Che spero di farli ricredere! Ma, dopo l’esperienza esaltante e tempestosa da assessore regionale, ho fatto mia la massima di Confucio: “Quando fai qualcosa, sappi che avrai contro: quelli che volevano fare la stessa cosa, quelli che volevano fare il contrario e la stragrande maggioranza di quelli che non volevano fare niente”.  Mi preparo ad affrontare l’avventura che mi attende con questa massima sempre in tasca.

Il tuo parere personale sull’ordinanza del Tar che ha ordinato la verificazione per 76 sezioni elettorali su 123 in riferimento al voto per le Comunali del giugno scorso

E’ una pratica diffusa, dopo l’esito di elezioni, ricorrere al TAR per chiedere verifiche, che vengono di norma concesse con il contagocce. Nel caso di Siracusa,  ritenere ammissibile un nuovo conteggio dei voti, accogliendo il ricorso presentato dal candidato sindaco Paolo Reale, garantirà di togliere ogni dubbio rimasto nei cittadini sull’esito delle elezioni comunali di sei mesi fa. La pronuncia definitiva del Tar rafforzerebbe il ruolo dell’attuale sindaco, Francesco Italia, nel caso in cui si arrivasse ad un nulla di fatto, e riparerebbe ad un danno nel caso in cui, nel primo turno, gli altri due candidati Paolo Reale e Silvia Russoniello fossero stati realmente penalizzati durante la stesura dei verbali delle operazioni elettorali.

Avevi  lasciato il Parco archeologico praticamente pronto al via. Era anche il primo punto all’odg del nuovo consiglio regionale dei beni culturali. Poi cosa è successo?

Solo pochi passi ormai si frappongono alla realizzazione di quello che in questi anni è stato il sogno di molti siracusani. Basta veramente poco! Nessun Parco può essere istituito se prima non viene perimetrato e quello di Siracusa è pronto per essere istituito. La Legge 20/2000 (sistema dei parchi archeologici), legata al nome dell’allora assessore regionale Fabio Granata,  prevede semplicemente che al decreto di perimetrazione già esistente, da me sottoscritto (D.A. n. 936, 3 aprile 2014; G.U.R.S., 2 maggio 2014), segua il decreto di istituzione con un regolamento del Parco (anch’esso già esistente e notificato al Comune di Siracusa sempre nel 2014), un consiglio di amministrazione che invece, questo sì, ma solo questo, resta da nominare. Regolamento e consiglio di amministrazione saranno presentati nel decreto di istituzione del Parco, come prevede la legge e come risulta dai decreti dei parchi fin qui istituiti. Ancora la legge prevede che sia acquisito il parere del Consiglio Regionale dei Beni Culturali. E invece a cosa si pensa? In prima istanza ad una nuova perimetrazione del Parco che comporterebbe un suo ridimensionamento, non certo un ampliamento. Il Parco Archeologico di Siracusa, che riproduce nel decreto del 2014 il perimetro delle mura dionigiane, comprende l’area monumentale della Neapolis, contrade Tremilia e Fusco, Castello Eurialo per poi scendere verso Santa Panagia e Scala Greca, fino a toccare le Latomie dei Cappuccini. A questo proposito occorre ricordare che, secondo la prima sezione del TAR di Catania, il decreto di perimetrazione del Parco Archeologico di Siracusa è legittimo, non ha vizi procedurali dovuti alla violazione della L.R. 20/2000. Mentre la riperimetrazione, che avrebbe ristretto il Parco per disporre di nuove aree per concessioni edilizie, sembra per ora archiviata, resta in sospeso la modifica dell’assetto attuale del Consiglio Regionale dei Beni Culturali al punto che nel recente decreto di istituzione del Parco archeologico della Villa del Casale di Piazza Armerina (D. A. 48 del 5/12/2018) si fa un generico riferimento al parere che ha espresso il Consiglio Regionale dei Beni culturali e Ambientali in data 3 luglio 2001 sull’individuazione delle aree all’interno del sistema dei Parchi e manca il parere dell’attuale Consiglio sul parco in questione.

L’assessore regionale ai beni culturali, Sebastiano Tusa, ha annunciato la firma sul parco archeologico a maggio scorso durante la campagna elettorale. Poi ha fatto tre annunci similari in altre tre occasioni..

Su questo si è espressa in modo efficace l’associazione Noi Albergatori di Siracusa, con il suo presidente Giuseppe Rosano, che ha indirizzato al presidente Nello Musumeci e all’assessore Sebastiano Tusa un appello per l’istituzione del Parco Archeologico di Siracusa, sottoscritto in data 24 novembre 2018 qualche giorno dopo un incontro sul tema tenutosi al Museo Paolo Orsi.

Il teatro comunale esteticamente e staticamente è davvero brutto. Chi amministra dice che la sinergia con l’Inda è una garanzia. In pratica?

Questa domanda ha una premessa che non condivido. A me il teatro comunale di Siracusa è sempre piaciuto come mi piace il teatro Politeama di Palermo che è opera dello stesso architetto, Giuseppe Damiani Almeyda. E’ un teatro che ci ha abituati ai contenziosi, anche di natura giudiziaria, fin dall’inizio: la sua costruzione inizia nel 1872 e termina per l’inaugurazione ufficiale nel 1897. Da quel momento fino ai nostri giorni il teatro si apre, si chiude, si consegnano i lavori e non si finiscono, si inaugura quando non è ancora dotato di agibilità e si usa per un numero limitato di eventi. Adesso che l’agibilità è arrivata, e si potrebbe superare l’uso del teatro come una delle sale comunali, si continua nella prassi degli ultimi anni. Non diversamente dagli altri teatri, anche quello di Siracusa dovrà dotarsi di una struttura organizzativa propria, di qualunque natura giuridica, che gli consentirà con un direttore artistico e un consiglio di amministrazione di programmare e calendarizzare gli spettacoli nella cadenza naturale delle stagioni teatrali. Ciò appare tanto più urgente se pensiamo che l’accesso ai contributi FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo), erogati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, è possibile solo dopo i primi tre anni di attività e che nessun teatro italiano vive unicamente con i proventi dello sbigliettamento.  Soltanto dopo che il teatro comunale di Siracusa avrà assunto una sua personalità giuridica sarà possibile stilare un accordo quadro di collaborazione con la Fondazione INDA, il cui scopo istituzionale – vale la pena ricordarlo –  è, oltre a quello di organizzare il ciclo delle rappresentazioni classiche a Siracusa, anche quello di  coordinare l’attività teatrale presso i teatri greco-romani, rappresentare i propri spettacoli e curare rassegne e manifestazioni presso altri teatri di pietra italiani (Articolo 2 dello Statuto).

Pinelli badava principalmente ai numeri, agli incassi, al dare avere. Sarà anche la tua stella cometa?

Sarebbe quanto meno ingeneroso da parte mia, in questo momento, prima ancor di insediarmi come consigliere delegato, parlare del mio predecessore e indicare urgenze o eventuali criticità in seno alla Fondazione. L’INDA in passato ha attraversato momenti assai difficili che con grandi sforzi e con grande intelligenza sono stati superati e adesso fortunatamente sono soltanto uno spiacevole ricordo. Penso quindi che dobbiamo essere grati a chi ha saputo ritrovare la giusta direzione: per quanto mi riguarda penso che questo sia per me il tempo dello studio e della riflessione prima di formulare proposte e temi da discutere in seno al Consiglio.

Domanda vasta con risposta secca. Il Piano regolatore di Siracusa deve adeguarsi in toto al piano paesaggistico?

Sì. Premesso che tutte le domande vaste necessitano di argomenti e ragionamenti nelle risposte, resta il fatto che se un piano paesaggistico c’è,  esiste per essere rispettato.

Non si discute molto di politica, non ci sono strategie e nemmeno idee progettuali. Oggi prevale lo scontro, spesso disinformato. Che succede?

Quando un giornalista dell’AgCult mi ha chiesto di commentare il via libera da parte delle commissioni Cultura di Camera e Senato alla mia nomina nel cda dell’INDA, sottolineando come “praticamente tutti i partiti sono stati d’accordo nella votazione”, ho risposto: “ La cosa in qualche modo ha sorpreso anche me. Mi piace pensare che in questo caso – per quanto limitato e periferico rispetto a temi e problemi di più vasta portata –  la politica sia riuscita ad andare oltre il muro contro muro e i no a prescindere. Naturalmente questa coralità di consensi da una parte mi lusinga e dall’altra accresce, se possibile, il mio senso di responsabilità verso l’incarico che mi viene affidato”.

Un impegno che ti senti di assumere per Siracusa, la tua città

La qualità dell’INDA supporta la reputazione della città, della Regione e del Paese; il dramma antico è all’universalità che concettualmente ha sempre parlato e deve continuare a parlare. L’esperienza come assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana  sicuramente è stata una buona palestra perché mi ha insegnato metodo di lavoro, interpretazione del ruolo, relazione con gli Uffici e priorità da affrontare. L’impegno che mi sento di assumere è quello connesso al potenziamento del ruolo nazionale e internazionale della Fondazione INDA.