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DESIRE’ CRAPULA SCRIVE A BORROMETI: PRONTA A UN CONFRONTO PUBBLICO E NON MI DIA PIU’ DELLA MAFIOSA

La figlia del presunto capomafia di Avola, Desirèe Crapula, alla vigilia di Natale, ha scritto una lettera al giornalista d’inchiesta di Modica, Paolo Borrometi. Lo ha fatto nel suo profilo facebook evidenziando di essere stanca di essere tacciata per mafiosa, lei ed i suoi fratelli. Si tratta di una risposta che la signora Crapula fa ad un link del giornalista – scrittore, autore del libro “Un morto ogni tanto” e di essere disposta ad affrontarlo in un dibattito pubblico, insieme ai suoi fratelli.
“Caro dottor Borrometi rispondo al suo link dicendogli che la lettera da me scritta, è una lettera scritta da una persona incensurata,che non ha mai riportato condanne, che non è stata mai processata in procedimenti penali connessi e/o collegati in quelli di mio padre e sopratutto non è una lettera di provocazione..Per tanto la invito cortesemente e cordialmente a non utilizzare mai più nei miei confronti e in quelli dei miei fratelli l’appellativo di ‘mafiosi’.
Per essere denominati mafiosi . – scrive ancora Desirè Crapula – come lei benissimo mi può insegnare essendo un dottore in legge, bisogna che si venga condannati con una sentenza penale emessa dai tribunali. Circostanza questa che non è mai avvenuta sulla mia persona e in quella dei miei fratelli.
La invito inoltre, a non essere blasfemo, a non utilizzare il nome di DIO invano e da abbandonare linguaggi romaneschi da Santa inquisizione. Nella mia lettera non ho chiesto a nessun cittadino di appoggiare la mia causa, cosa che invece la signoria vostra fa per cercare tifosi per vendere il suo fantastico libro.
Io non sono mai stata in cerca dell’appoggio di persone che mi facessero l’applauso, ma mi sono sentita in dovere di scrivere pubblicamente per la prima volta, a seguito di tutte le accuse infondate e che da lei mi vengono rivolte. Caro dottor Borrometi ha lei giustamente parlato di provvedimenti, ordinanze e sentenze emesse dalle autorità giudiziarie competenti ed io a punto a questi atti mi rifaccio e mi riporto integralmente.
Grazie all’operato della magistratura che oggi noi siamo persone pulite e incensurate, per tanto io la invito ha pubblicare tutte le sentenze gli atti che la signoria vostra ha letto e che è in suo possesso, non solo colgo l’occasione per invitarla ad un dibattito pubblico tra lei, me e i miei fratelli al fine di confrontare i documenti che ha lei e tutti gli atti giudiziari e amministratitivi che sono in nostro possesso per mezzo del nostro difensore.
Colgo l’occasione per ricordarle che questo non deve essere visto da lei come replica alle accuse infondate che muove nei nostri confronti, ma come un modo sano e civile in cui si instaura un vero contraddittorio tra le parti al fine di far vedere pubblicamente a tutte le persone che ci leggono e vedono, di comprendere chi dice il vero e chi dice il falso. Le comunico inoltre che dopo questa mia risposta – conclude la figlia del presunto boss – mi ritiro in silenzio stampa al fine di evitare che si crei un cortile mediatico sulla mia pelle e in quella dei miei fratelli, perché da un po’ di tempo a questa parte siamo diventati il suo bersaglio preferito per incrementare la sua vendita di libri e accreditare la sua carriera professionale. Non me ne voglia nessuno, Cordiali saluti”. (n.s.)