Politica

VALERIA TROIA: CARO SINDACO, LASCIA STARE LE INAUGURAZIONI CON FOTO E PENSA A RISOLVERE I PROBLEMI VERI DELLE SCUOLE SIRACUSANE

Scrive Valeria Troia di “Prossima”:

Caro Sindaco
Le scrivo con l’auspicio di offrirle alcuni spunti di riflessione in
merito all’importanza che educazione e scuola rivestono nella
nostra città. Potrà sicuramente e comprensibilmente rispondermi
che, in questo momento di grande emergenza – rifiuti, servizi,
trasporti e così via – occorre concentrarsi su altro, ma le chiedo
tre minuti del suo tempo per concedermi di dissentire in merito, e
non lo faccio solo in mio nome, ma anche di quelli, magari ancora
pochi, che per alcuni anni hanno creduto e investito in ciò.
Comprendo bene le difficoltà economiche e organizzative che in
questo momento si trova a dover fronteggiare, e apprezzo la
tenacia con cui si stanno provando a risolvere i problemi, ma la
politica a cui noi auspichiamo e per la quale le abbiamo dato la
nostra fiducia, dovrebbe saper distinguere il momento in cui
accendere i fari, da quelli in cui è più giusto e, soprattutto,
corretto, nei confronti di chi abbiamo davanti (i bambini in questo
caso), tenerli spenti e lavorare, come sicuramente si starà
facendo, per garantire le condizioni minime di quella che oggi
chiamiamo scuola.
Arrivo a queste considerazioni, dopo aver ricevuto come genitore
il classico messaggio a catena, con su allegata una locandina di
invito all’inaugurazione dell’anno scolastico 2018, alla presenza
sua e ancor di più dell’Assessore Regionale, con la partecipazione
delle scuole, delle bande di fotografi e con addirittura la
supervisione di Siracusa Città educativa.
Mi perdoni Signor Sindaco, ma non sono riuscita a trattenermi
dallo scriverle queste riflessioni, per provare a preservare il suo
lavoro e i suoi buoni propositi, ma anche la nostra dignità di
genitori e soprattutto quella dei nostri figli.
Quest’anno la scuola per i problemi di bilancio che tutti
apprendiamo quotidianamente dai giornali, ha iniziato l’anno
scolastico non sicuramente nel migliore dei modi, le strutture, le
messe in sicurezza degli ingressi degli edifici, il servizio di
refezione scolastica, il trasporto, i servizi di assistenza alla
comunicazione per gli alunni con disabilità.
Tutto questo incide nella vita di un bambino che per andare a
scuola fa lo slalom tra le macchine parcheggiate sui marciapiedi,
si siede su una sedia troppo piccola per la sua statura,
probabilmente, a seconda della scuola, mangerà un panino per il
pranzo o porterà un piatto freddo, questo se è un bambino che
vive in città, perché se così non è, non è detto che a scuola possa
arrivarci.
Questo è oggi purtroppo l’inizio dell’anno scolastico, e non le
scrivo ciò per accusarla perché so quanto impegno lei stia
mettendo per provare velocemente a risolvere i problemi, ma in
virtù di ciò non sarebbe stato meglio mantenersi più sobri?, fare
solo il giro delle scuole per tranquillizzare bambini, genitori,
docenti e dirigenti che il Sindaco è a lavoro.
Sono convinta che lei possa incarnare una politica nuova, ma la
politica di cui abbiamo bisogno oggi, e che pretendiamo se
vogliamo aspirare ad essere una Città educativa, deve perseguire
modalità e dei metodi nuovi.
Sindaco non abbiamo niente da inaugurare, abbiamo da lavorare,
e noi le staremo accanto se è questa oggi la priorità, che ben
venga l’Assessore Lagalla, ma per fare il giro delle nostre strutture
e non per festeggiare l’apertura dell’anno scolastico; noi e
soprattutto i bambini le saranno grati.
Sindaco se è percorrere la strada di una città educativa ciò che
vuole fare, la invito a rivedere il patto e la carta e a
sottoscriverlo, perché la carta non è ancora stata sottoscritta,
convochi gli organi collegiali delle scuole, le associazioni che
erano gli amici di Città educativa, i dipendenti che se ne
occupavano e riparta; un pezzo di quella strada, che oggi è piena
di polvere, era stata solcata, oggi ne resta un logo su una
locandina e un insieme di progetti che rappresentavano il Piano
territoriale dell’offerta formativa che non sono stati il frutto di
una sana e proficua concertazione, ma , per la fretta forse, sono
stati scelti a porte chiuse e poi inviati alle scuola.
Noi le staremo accanto e vedrà che se è proprio il futuro che
vuole costruire, la strada e l’investimento vero passano proprio
dall’educazione, dal seminare una comunità educante, che magari
non porterà consenso o cose che si vedono oggi, ma sarà
l’architrave della città tra 10, 20 anni, perché altrimenti ci
ritroveremo fermi dove siamo ora.
“Tutta la Città Educa per mezzo delle sue istituzioni
tradizionali, delle sue proposte culturali ed anche per mezzo
della sua pianificazione urbanistica, delle sue politiche
ambientali, dei suoi mezzi di comunicazione, del suo tessuto
produttivo e delle sue imprese.”
Dalla Carta delle Città Educative
Ripartiamo da questo …
Con Stima
Valeria Troia