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DOPO DUE MESI E MEZZO NESSUNO HA RIMOSSO LA PIATTAFORMA IN CEMENTO ARMATO AL MANIACE

Sono passati due mesi e mezzo dalle varianti che la commissione Ortigia a poche ore dal voto amministrativo in maniera e con fare da setta carbonara, concesse al privato amico del vicesindaco e del nuovo sindaco (sempre di Italia si tratta), per costruire l’impennata con base in cemento armato all’interno del castello Maniace. Sono passati due mesi dalla manifestazione di protesta di tutto il centro destra siracusano davanti al castello di Federico II°. E’ passato più di un  mese dal blitz dei carabinieri di Siracusa che scovarono “tre lavoratori “in nero” in due aziende impegnate nei lavori per la costruzione di un chiosco nell’area dell’ex Piazza d’Armi del Castello Maniace. Interventi al centro di una ispezione disposta dall’assessore regionale dei Beni Culturali, Sebastiano Tusa “al fine di valutare le eventuali difformita’ dell’opera in corso di realizzazione rispetto al carattere dei luoghi”. Nel cantiere, c’erano 5 aziende edili ma solo due di queste usavano manodopera in nero, per cui furono sospese, ma i lavori sono andati avanti lo stesso. Sono passate un paio di settimane dal comunicato dell’assessore Tusa che rilevava le difformità dell’opera costruita rispetto al progetto e chiedeva la demolizione della piattaforma in cemento armato e una “tagliatina” all’altezza dell’impennata. Per due mesi e mezzo ci sono stati gli scritti irati di alcuni ambientalisti che tuttavia hanno votato Italia-Granata-Randazzo-Genovesi-Moschella e cioè gli amministratori che di fatto coprono il manufatto scempio. Una protesta pro forma insomma, per non rimetterci la faccia, come hanno fatto Randazzo e Granata insomma. Ambientalisti che per due mesi hanno chiesto le carte e ora che le hanno avute non denunciano, ma si tacciono.

Ecco le dichiarazioni di fine giugno degli esponenti del centro destra:

Stefania Prestigiacomo “Volevate un’Ortigia bazar e un’Ortigia Luna Park, eccovi serviti dall’amministrazione uscente ed entrante. Noi a tutto questo diciamo no. Per anni siamo stati noi la parte politica accusata di cementificare, ecco signori siete serviti. Una struttura altamente impattante, in un’area concessa a privati ad una cifra assolutamente irrisoria e varianti in corso d’opera autorizzati addirittura pochi giorni prima del 10 giugno. Sicuramente qualcosa non funziona in tutto quello che si nasconde dietro l’entrata del Castello Maniace e che ci vede davvero esterrefatti. Non possiamo non vederci chiaro in tutta questa storia, un’area che il Comune dovrebbe fare follie per valorizzarne lo splendore e che invece svende per una discoteca. Ci accusano di essere noi i cementificatori ma il direttore dei lavori ha ammesso che sono stati fatti scavi e gettato del cemento. Durante la campagna elettorale è stata autorizzata una variante probabilmente dal sindaco uscente che, di fatto, stravolge completamente il progetto. Uno scempio. Lo sviluppo del territorio va fatto, a nostro avviso, con progetti rispettosi dell’ambiente e compatibili con quello che è la nostra storia. Queste sono aree prospicienti al Castello, avrebbero dovuto avere ben altra destinazione. Verificheremo tutto”.
Ezechia Paolo Reale “A prescindere dalla legittimità o meno della concessione il dato negativo che emerge da questa vicenda è la continuità del metodo di privatizzazione dei nostri beni culturali più preziosi, affidati in gestione spesso con modi poco trasparenti”.
Enzo Vinciullo “La soprintendenza dice che è tutto a posto? Secondo noi no. Ci hanno chiesto prima di abbattere immobili per rendere visibile dalla Piazza d’armi il Castello Maniace e il mare, non capisco perché nel giro di qualche mese la stessa Soprintendenza abbia cambiato idea, non capisco perché le strutture dello Stato sono state demolite e quelle di proprietà del privato vengono autorizzate. Su questo è chiaro che vorremo capire se è possibile autorizzare il cemento, strutture in ferro e acciaio. Fatto qui dentro, allora sarà possibile trovarlo ovunque. Mi preoccupa la superficialità con la quale è stata data la concessione”.

Non ci sono state invece dichiarazioni del centro sinistra e tantomeno dei grillini e del loro leader Stefano Zito. Tutti questi di fatto coprono lo scempio del Maniace e sono di fatto sodali con il sindaco Italia, primo sostenitore del manufatto abusivo. Non con le chiacchiere ma con atti amministrativi.