ELENA CALIGIORE: CANI SCOMPARSI E CIVICHE RESPONSABILITA’
Certi sindaci dopo due mandati e quindi dopo 10 anni di ‘esperienza’ ancora oggi non conoscono la normativa sul randagismo, non la applicano ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chiaramente tutto a danno dei poveri randagi e dei cittadini che pagano le spese sostenute da amministratori volutamente incompetenti. Abbiamo saputo che nel mese di Marzo a Palazzolo Acreide, nel quartiere San Paolo sono stati prelevati dei randagi per la iscrizione all’anagrafe canina e la sterilizzazione. Erano cani che venivano curati e sfamati giornalmente da Roberto Iacono. In particolare uno di questi randagi, chiamato Nicola, quando aveva fame, a qualsiasi ora, con la zampetta raschiava il portone del suo tutor Roberto per farsi dare i croccantini. Ebbene il randagio Nicola e altri due suoi sfortunati compagni dopo la sterilizzazione avrebbero dovuto essere reimmessi lì dove erano stati prelevati, così come stabilisce la normativa (art. 15, comma 7 della Legge Regionale n. 15 del 2000). Questo non è avvenuto. Il loro Tutor che ha contribuito a prendere quei cani per sterilizzarli, dopo aver atteso del tempo, ha chiesto dove fossero finiti i cani e perché non venivano riportati lì dove erano stati prelevati. Dopo tanta insistenza ha appreso che i poveri randagi erano stati ‘abbandonati’ fuori paese in una ex discarica comunale, piena di sterpaglia. Lì un impiegato comunale avrebbe dovuto portare loro da mangiare ogni 4/5 giorni. Complimenti! Apprendiamo che un cane prima regolarmente e giornalmente sfamato, improvvisamente può cavarsela da solo in un posto a lui sconosciuto e che possa aspettare 4/5 giorni per avere un po’ di cibo da un impiegato comunale!!! L’Associazione protezionistica ‘Gli Amici di Sansone’ a firma del loro Presidente, Gaspare Blundo, il 23 Aprile 2018, ha protocollato una nota di protesta per chiedere chiarimenti al Sindaco, all’Assessore e al Dirigente di settore. Nella nota si legge che i cani sono stati reimmessi nella discarica dismessa denominata ‘Timpa di Corvo’, a diversi chilometri dal paese e quindi dal quartiere dove i cani prima erano soliti sostare. In tale nota il Presidente dell’Associazione suddetta informa che giorno 17 Aprile 2018, un gruppo di persone, volontari e il tutor dei cani Roberto Iacono, sono andati a cercare i poveri randagi in quella discarica lontana dal paese e di quelle creature non hanno trovato ombra alcuna. Li hanno chiamati inutilmente, I cani in quella discarica non ci sono. Abbiamo voluto sentire in merito il Commissario Straordinario dell’ENPA di Siracusa, Alessandro Grasso, che ha partecipato sia alla cattura dei cani per la sterilizzazione ed anche alla loro reimmissione/abbandono nella discarica. A suo dire il terreno comunale, discarica dismessa, è una boscaglia e quindi i cani difficilmente si potrebbero vedere oppure, sempre a suo parere, possono essere scappati (sic!). Sostiene altresì che il terreno è recintato ma che i cani possono sempre scappare. Riteniamo che simili giustificazioni soprattutto se provengono da un Commissario ENPA non sono accettabili così come non lo è la partecipazione diretta a tale abbandono di randagi, non rispettando quindi il dettato della Legge Regionale. Personalmente sono amareggiata e dispiaciuta per la sorte di queste creature che ho saputo essere in numero di quattro. Ho saputo che è stata lasciata lì anche una cagnetta piuttosto fobica. Se non amassi gli animali e pertanto se non fossi indignata per cotanta superficialità ed irresponsabilità verso creature protette dalla legge, farei comunque anche un’altra osservazione: quale logica ha guidato il Sindaco Scibetta, l’assessore al ramo, Melita Girasole, il responsabile del IV settore Giovanni Donetti nell’abbandonare 4 creature non abituate a procacciarsi il cibo in un luogo impervio, pieno di boscaglia e lontano dal loro habitat abituale e dal loro amato Roberto? Quindi condannandoli a morte certa? E tutto questo dopo aver anche sprecato denaro pubblico per la loro sterilizzazione! Non ci si venga a raccontare la favoletta che in paese qualcuno voleva avvelenare quei cani. Conosciamo questa ripetuta scusa avanzata dall’Amministrazione.
E’ un’abitudine molto nota a Palazzolo quella dell’avvelenamento dei cani, persino in androni condominiali, senza che il Sindaco abbia mai preso provvedimenti di denuncia e si sia costituito parte civile contro criminali a piede libero che mettono a repentaglio anche la vita di bambini che potrebbero entrare in contatto col veleno. Quanti Sansone, Boldo e Nicola dobbiamo piangere prima che un’Amministrazione Pubblica rispetti e applichi la Legge?
Elena Caligiore